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Benvenuti!

Ciao! Il mio nome è Linda e sono un Mammuthus meridionalis vissuto in Toscana 1.6 milioni di anni fa. In questo portale troverai tantissime informazioni sulla mia scoperta da parte dei paleontologi e su quali animali abitavano la Toscana insieme a me. Pronti? Iniziamo! 

La scoperta 

Nel 1973 si stava costruendo l'Autostrada del Sole (A1). La piccola località di Farneta, vicina al tracciato autostradale, ospitava numerose cave per l'estrazione di sabbie, necessarie alla realizzazione dell'opera. In una di queste, nel mese di marzo, vennero alla luce numerosi resti fossili, tra cui proprio lo scheletro di Linda oggi esposto al Museo di Geologia e Paleontologia di Firenze.

Le carcasse di Linda e di altri animali che condividevano l'habitat con lei furono trasportate da un fiume e accumulate in un'ansa sabbiosa. Per questo, al momento del rinvenimento, Linda presentava la colonna vertebrale in connessione anatomica ma mancava di alcune parti, come, ad esempio, la zanna destra e alcune ossa degli arti.

Clicca sulle ossa!

Lo scavo

Il parroco dell'Abbazia di Farneta, Don Sante Felici, era un naturalista e appassionato paleontofilo. Fu lui a essere informato per primo della scoperta del grande scheletro di Mammuthus meridionalis nella cava di sabbia. Prontamente, Don Sante contattò il professor Augusto Azzaroli dell'Università di Firenze e organizzarono una campagna di scavo che coinvolse sia il personale dell'università che gli abitanti del luogo. Presto ci si rese conto che il sito rappresentava una preziosa finestra sul Pleistocene toscano.

Clicca sugli animali!

Come vivevano Linda e gli altri animali 1.6 milioni di anni fa? Antenati di iene, pantere, asini, zebre, cervi, rinoceronti, e giganteschi elefanti popolavano il nostro territorio che, dopo un periodo caldo e umido, stava gradualmente raffreddandosi e inaridendosi a causa dell'espansione delle calotte glaciali.

Il Paleoambiente

Tra 1.4 e 1.6 milioni di anni fa l'ambiente di Farneta era costituito da una pianura fluviale, anche se mancano dati per una ricostruzione più precisa. Il paleoambiente è stato ricostruito includendo sia flora che oggi si trova Italia (es. Quercus) che flora che oggi si trova in altre aree geografiche ma che era presente nel bioma nel Pleistocene Inferiore (es. Zelkova)

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Glaciale e interglaciale

Il Pleistocene fu caratterizzato dall'alternarsi di periodi glaciali e interglaciali che influivano sulla variazione del livello del mare e sugli ecosistemi. Durante i periodi glaciali freddi le foreste venivano spesso sostituite da steppe aride mentre nei periodi interglaciali caldi il clima più umido favoriva lo sviluppo di foreste.

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Il polline fossile

Il polline fossile fornisce dati sulle specie vegetali, sulla loro abbondanza, e di conseguenza sul clima del passato. Il polline è contenuto nei sedimenti assieme ai resti animali. I dati pollinici di località vicine a Farneta hanno permesso di ricostruibile uno scenario di vita ipotetico per Linda e le altre specie animali: un ambiente di interglaciale ma con già le prime tracce di inaridimento.

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L'unità faunistica Farneta

Una particolare associazione di animali, definista in un periodo di tempo limitato, viene definita unità faunistica. Un'unità faunistica è quindi il risultato dell'adattamento ai cambiamenti climatici e ambientali che caratterizzano uno specifico intervallo temporale. Se i paleontologi trovassero ad esempio gli stessi animali in un luogo anche lontano potrebbero far risalire quel nuovo sito all'unità faunistica Farneta e al periodo a qui risale.

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I coproliti

I coproliti sono escrementi fossilizzati. Nel sito sono presenti coproliti attribuiti alla iena gigante Pachycrocuta brevirostris a testimonianza della presenza di questo grande predatore nell'area. Pachycrocuta era in grado di frantumare e ingerire anche le ossa, e l'alto contenuto di Calcio negli escrementi ne ha facilitato la fossilizzazione (come coproliti).

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Il progetto.

Il progetto "Linda." nasce grazie al finanziamento del PNRR CN5 Spoke 7, finalizzato alla divulgazione della biodiversità. Attraverso la digitalizzazione 3D dei reperti in più musei, il progetto mira a produrre una collezione virtuale accessibile dai visitatori durante la visita dei musei della rete, e a creare e testare una nuova opportunità per divulgare la biodiversità nel tempo profondo.

CONTACT

Via La Pira, 4 - 50121 Firenze (FI)

segrmuseo@unifi.it (segreteria amministrativa)
edu@sma.unifi.it (servizi educativi)

PEC: msn@pec.unifi.it

055 2757536

FUNDINGS

Project funded under the National Recovery and Resilience Plan (NRRP), Mission 4 Component 2 Investment 1.4 - Call for tender No. 3138 of 16 December 2021, rectified by Decree n.3175 of 18 December 2021  of Italian Ministry of University and Research funded by the European Union – NextGenerationEU;

AWARD NUMBER

Project code CN_00000033, Concession Decree No. 1034  of 17 June 2022 adopted by the Italian Ministry of University and Research, CUP B83C22002910001, Project title “National Biodiversity Future Center - NBFC”.

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